mercoledì 7 gennaio 2015

Manga Classic: Pride & Prejudice | Recensione

Carissimi Lettori e Amici di Old Friends & New Fancies,

Ci dedichiamo oggi a recensire una riduzione di Pride and Prejudice sotto forma di manga.



A dicembre, infatti, il Gruppo di Lettura di YA e dintorni, un gruppo molto attivo di Goodreads, di cui faccio parte, si è dedicato all'esplorazione delle Graphic Novels, per cui, gioco-forza, la mia scelta doveva cadere su qualcosa di austeniano.

Dopo aver recensito per voi il fumetto Marvel/Panini, speravo di trovare qualcosa di più interessante, se non altro grazie alle caratteristiche dei disegni realizzati con le tecniche giapponesi, più delicate e forse più indicate per un romanzo dei primi dell'Ottocento.
Invece mi sono dovuta ricredere: questa trasposizione è forse più carente addirittura di quella di Nancy Butler con i disegni di Hugo Petrus, una lettura quasi ridicola, approssimativa e deludente.

SCHEDA LIBRO

Autore dei testi: Stacy King
Autore dei disegni: Po Tse
Titolo: Manga Classic: Pride & Prejudice
Edizioni: Udon Entertainment
Pagine: 377
Data pubblicazione: 19 agosto 2014

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Recensione di LizzyGee
Quella piagnona di Elizabeth

Prima di cominciare devo fare una piccola confessione: si tratta del mio primo manga. 
Tuttavia il mio giudizio non ha nulla a che vedere con il fumetto in sé, bensì con il risultato finale. 
Ripeto: credevo che i disegni in stile manga fossero molto più adatti a una trasposizione dei romanzi di Jane Austen rispetto ad altrio generi di fumetto.
Tuttavia, sin dal primo momento, ho storto un po' il naso per le continue imprecisioni.

– I servitori che si rivolgono a Bingley chiamandolo Lord Bingley? Quando non può fregiarsi del titolo neanche Darcy, di estrazione sociale molto più elevata?
– Elizabeth che percorre le tre miglia tra Longbourn a Netherfield con le scarpette da ballo anziché con gli stivali.
– Un abbigliamento che dà l'impressione generale di essere più moderno, soprattutto quello maschile.
– Le ragazze  soprattutto Elizabeth  che hanno i capelli perennemente sciolti, tutt'al più fermati con un nastro che cinge la testa.
Questo solo per dire alcune delle imprecisioni iniziali, perché in seguito sono aumentate in modo così esponenziale che non le ho più segnate.

Quello che mi è dispiaciuto principalmente sono stati i tagli in due dei momenti per me topici del romanzo.
Innanzi tutto a Netherfield, quando Jane è malata (tra parentesi, Bingley entra senza decoro nella sua stanza...), le schermaglie verbali tra Darcy ed Elizabeth sono striminzite, mentre secondo me Darcy inizia proprio da lì il suo processo di innamoramento.
Poi, nella scena della taverna di Lambton, praticamente la mia preferita di P&P, in cui Darcy entra e trova Elizabeth sconvolta dalla lettera di Jane con la rivelazione della fuga di Lydia, si perde tutto il pathos, perché  non ho capito per quale motivo  gli autori hanno deciso di far leggere a Elizabeth la lettera mentre la zia Gardiner è con lei. Quindi, quando Darcy arriva, Elizabeth è meno sconvolta, e la scena non fa trapelare la determinazione di Darcy di dimostrare alla donna che ama di essere cambiato né il timore di Elizabeth che l'orgoglio di Darcy, seppur smussato, non possa reggere al pensiero di trovarsi con la sorella di colei che è fuggita con l'uomo che disprezza di più al mondo. Sì, ci sono dei tentativi (lui che cerca di toccarla mentre è di spalle, ma ritrae la mano, per esempio), ma sembrano piuttosto fiacchi e troppo rapidi.


Passiamo a parlare dell'aspetto e del carattere di alcuni personaggi.
In primis brilla per la sua infedeltà Elizabeth. La nostra eroina, infatti, non sembra avere neanche un pizzico del carattere brillante e ironico che la contraddistingue nel romanzo originale. Peggio, non ha la minima dignità! Quando Wickham si fidanza con Mary King, piange come una fontana. Inoltre non sembra avere un briciolo di orgoglio neanche con Darcy. Eppure l'Orgoglio del titolo non è di certo riferito SOLO a lui! 
Il suo atteggiamento nei confronti di Lady Catherine è quasi dimesso: sembra di vedere Maria Lucas (che, peraltro non c'è) e non Elizabeth.
Ma, soprattutto, mi è caduta la mandibola quando Elizabeth dice di essersi innamorata di Darcy quando ha visto per la prima volta il parco di Pemberley. D'accordo, è corretto, ma lei lo dice non senza una dose massiccia di ironia a Jane, mentre in questo fumetto lei lo afferma davanti A DARCY, e senza un minimo di spirito, come se lo intendesse davvero!!! Cioè, gli ha praticamente detto: "Guarda che ti sto sposando per i soldi!".



Mr. Bennet sembra un uomo ancora piacente, forse troppo (credo che sia stato realizzato così per differenziarlo dalle figure più goffe di Mr. Collins e di Sir William Lucas), ma è quasi un tenebroso, non la persona dotata di tanto senso dell'umorismo da prendersi gioco di tutte le persone che gli sono intorno, moglie e figlie comprese.

L'aspetto fisico degli altri personaggi è piuttosto azzeccato, incongruenze storiche a parte. Forse Mrs. Bennet sarebbe potuta essere un po' più giovane e non la solita massaia sessantenne che tutti i disegnatori di fumetti si ostinano a rappresentare.

Notevoli le incongruenze sia scritte che grafiche dello scorrere del tempo. Spesso non si tiene affatto presente la cronologia di Orgoglio e pregiudizio, facendo passare mesi quando sono passati solo giorni o giorni quando sono passati mesi. Lydia trascorrerebbe tre o quattro mesi a Brighton, secondo loro, mentre Darcy e Fitzwilliam starebbero a Rosings meno di una settimana, contro le circa tre del loro soggiorno.
A Rosings nevica. D'accordo, anche in Italia capita che nevichi a Pasqua, anche quando viene alta, ma come mai appena una settimana dopo, quando Elizabeth torna a Longbourn e Jane (che in teoria dovrebbe tornare assieme a lei da Londra, ma fa niente) le dice che Lydia è stata nervosa per la partenza della milizia per tutta l'estate?
E quando Lady Catherine va a Longbourn, Elizabeth dice che ci sono i ciliegi in fiore. A SETTEMBRE??!
Questo giusto per farvi alcuni esempi.


Terribili i siparietti esplicativi caratteristici dei manga e degli anime, con i personaggi resi più piccoli come delle caricature (potrebbero addirittura avere un nome specifico? Mi rifiuto di indagare: li ho sempre trovati idioti e mi rifiuto di chiedere il nome della parola giapponese). Talvolta sono così a sproposito nel contesto e così imprecisi da far raccapriccio. Probabilmente dipende dal fatto che sono il frutto di una cultura e di un'interpretazione diametralmente opposta a quella di Jane Austen. Forse vorrebbero strappare un sorriso, ma in questo caso riescono a suscitare solo una smorfia disgustata.

Passiamo a parlare del "contorno", degli sfondi, dei disegni in secondo piano.
Le architetture di sottofondo sono troppo squadrate, "nuove", non sembrano aver subito gli effetti del tempo, tanto che spesso pensavo di trovarmi in America, in qualche città di pionieri anziché nell'Inghilterra dell'Ottocento. 
La vegetazione è ridotta all'osso.
E poi sono rimasta stupita, anzi no, sconvolta, dagli arredamenti spartani. Sembra di visitare delle case in vendita  disabitate  in cui c'è a malapena un vaso di fiori. Niente quadri (eccezion fatta per la galleria di Pemberley), niente tappeti, soprammobili, qualcosa che riveli la presenza di esseri animati...
Sono scoppiata a ridere davanti al disegno di un pranzo a Longbourn (con gli ufficiali, tra cui Wickham). Ma cosa ha offerto Mrs. Bennet ai suoi ospiti? Perché la tavola, a parte una sparuta tazzina di caffè e qualche altro ninnolo era SGOMBRA! 

Mi fermo qui. Non voglio infierire, anche se la delusione è stata cocente, dal momento che mi aspettavo ben altro piuttosto che una zuccherosa storia d'amore con un'eroina senza un minimo di spina dorsale, che nell'arco della storia ha bagnato centinaia di fazzoletti, la piagnona!

Sarà tradotto? Forse. C'è già un altro manga in due volumi di Orgoglio e Pregiudizio che è stato tradotto in italiano, realizzato da Reiko Mochizuki e tradotto da L. Boccassile per Goen, e ci riserviamo di darvi il nostro giudizio su quello il prima possibile, sperando di trovare un'Elizabeth più Elizabeth!


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