venerdì 24 luglio 2015

The Last Best Kiss di Claire LaZebnik | Recensione

Carissimi Lettori e Amici di Old Friends & New Fancies,

Recensiamo oggi un altro libro di Claire LaZebnik. Dopo The Trouble with Flirting, il moderno retelling YA di Mansfield Park, ed Epic Fail, il retelling di Pride and Prejudice, ci dedichiamo oggi al riadattamento di Persuasion,

THE LAST BEST KISS
In attesa di leggere il nuovo derivato austeniano in chiave YA e moderna, Wrong About The Guy, il retelling di Emma, appena pubblicato, che costituirà una delle letture del Bicentenario del quarto romanzo austeniano in ordine di pubblicazione.



SCHEDA LIBRO
Autore: Claire LaZebnik
Titolo: The Last Best Kiss
Casa editrice: Harper Collins
Pagine: 314
Data pubblicazione: 22 maggio 2014
Descrizione:  Anna Eliot è stanca di dar retta a quel che pensano gli altri. Dopo tutto, è per questo motivo che ha perso l'unico ragazzo di cui le importava davvero, Finn Westbrook.
Ora, tre anni dopo avergli spezzato il cuore, il ragazzo, che era andato via, è tornato nella sua vita. E tutto ciò che Anna vuole è la possibilità di rivivere ancora quel loro ultimo bacio (ancora e ancora). Ma ovviamente Finn non ha dimenticato come lei lo ha trattato, e mette in chiaro di non avere alcun interesse per lei. Anna continua a cercare di convincersi che neanche a lei interessa più Finn, ma anche se entrambi sono molto cambiati dall'ultima volta che si sono visti, in fondo al suo cuore sa che lui è il ragazzo giusto per lei. Se solo riuscisse a farlo vedere anche a lui... Con la sua verve caratteristica e uno stile in grado di dar voce agli adolescenti, Claire LaZebnik (autrice degli acclamati Epic Fail e The Trouble with Flirting) dà nuova vita a una love story eterna, Persuasione. I fan di Polly  Shulman, di Maureen Johnson e, naturalmente, di Jane Austen ameranno questa storia divertente e romantica di primi amori e seconde opportunità.
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RECENSIONE di LizzyGee

Non so se dipenda dal fatto che Persuasion è il mio romanzo austeniano preferito — non credo, in realtà — ma The Last Best Kiss mi è piaciuto un pochino di più degli altri romanzi di Claire LaZebnik, che già mi avevano ampiamente convinta perché non si tratta solo di banali retelling delle storie d'amore di Jane Austen in chiave adolescenziale, ma di veri e propri romanzi YA con vere problematiche comuni a tutti i contemporary di un certo spessore. E The Last Best Kiss in questo si è rivelato un gradino più su degli altri, forse proprio perché la storia di Persuasion si adatta a fornire più spunti di riflessione.

Voglio chiarire che quando ho parlato di "retelling delle storie d'amore di Jane Austen" non volevo dire che i romanzi di Jane Austen sono delle storie d'amore, sia ben chiaro, ma solo che al loro interno, tra i mille altri aspetti, c'è anche il lieto fine per l'eroina, e che molti retelling sono legati solo a quella parte della storia, al contrario delle storie di Claire LeZebnik.

Al primo anno di superiori, tre anni prima, Anna Eliot e Finn Westbrook andavano a scuola insieme con la macchina della sorella di Anna, Lizzie, studentessa dell'ultimo anno. Finn era un ragazzino smilzo e bassino, con gli occhiali da nerd, ma con grandi e curiosi occhi castani. Sul sedile posteriore della macchina il ragazzo aveva cominciato a far vedere ad Anna immagini scaricate da internet con i più strani paesaggi o con curiosità della natura. I due ragazzi avevano fatto amicizia e avevano cominciato a uscire per un gelato e poi a baciarsi, e la loro storia era diventata via via sempre più importante.
Aurora boreale
Ma le amiche di Anna consideravano Finn troppo piccolo e insignificante perché Anna trovasse il coraggio di confessare loro la loro storia, così, ferendo il ragazzo ogni volta un po' di più, Anna aveva rifiutato di andare al ballo della scuola con lui e poi, una volta lì, lo aveva ignorato, lasciandosi trascinare dal branco.
Finn si era poi trasferito subito dopo il ballo assieme ai genitori, due professori di fisica alquanto nomadi, e Anna non aveva più avuto l'opportunità di scusarsi di persona; né aveva potuto farlo per telefono, dal momento che Finn, per dimenticarla più in fretta, aveva bloccato il suo numero.

Ora, dopo tre anni, Finn è tornato a Los Angeles e ha ripreso a frequentare la stessa scuola di prima. 
Ma sia lui che Anna sono molto cambiati. Anna è molto maturata e si esprime tramite la sua arte, dipingendo dei paesaggi desolati, con strane presenze celate al loro interno. È stato pensando a Finn e alle sue immagini che ha avuto l'ispirazione per i suoi quadri, che vengono molto apprezzati dal suo insegnante, ma un po' meno dalla tirocinante, Ginny Clay, un'amica di Lizzy, che la vorrebbe più ardita nell'uso dei colori e nei soggetti scelti.

Finn è sempre un nerd, ma ha messo le lenti a contatto, è cresciuto e si è irrobustito. Ora le amiche di Anna non la prenderebbero in giro se dicesse loro che esce con Finn, anzi; ma purtroppo il ragazzo, ora che è tornato, è più che deciso a non degnare Anna della minima attenzione. 
Il suo interesse è tutto concentrato sulle gemelle Lily e Hilary Diamond, due ragazze che ci tengono a far vedere la loro diversissima personalità, per dimostrare che, pur essendo gemelle, sono due esseri indipendenti. Lily, in particolare, esprime la propria individualità tramite un abbigliamento stravagante e tagli di capelli unici. E tramite la sua continua indifferenza per l'opinione altrui, con gesti di sfida che poco si curano delle convenzioni. 
Una perfetta Louise Musgrove, insomma, per curare il cuore di quel ragazzino che, proprio a causa di quelle convenzioni, è stato ferito profondamente da Anna.
Ma proprio come succede a Louisa Musgrove, anche per Lily il coraggio di portare le proprie scelte sino in fondo potrebbe rivelarsi molto pericoloso se diventa testardaggine e incoscienza.


E queste riflessioni, che già furono di Jane Austen duecento anni fa, si rivelano attualissime nel romanzo di Claire LaZebnik. 
Sebbene il romanzo sia narrato dalla voce di Anna, la sofferenza di Finn per il tradimento della ragazza, la sua delusione, il suo dolore, sono strazianti. Fanno riflettere sulla profonda angoscia che deve aver provato il Capitano Wentworth e che leggendo Persuasione tendiamo a volte a dimenticare o trascurare, per quanto siamo coinvolti dalla narrazione dal punto di vista di Anne. 
Ma la motivazione dietro il comportamento di Anna, per quanto spietata, è lucida.
I take a deep breath. “You think because I cared about what other people thought back in ninth grade, I’m not my own person. But that was ninth grade. We were all—” I struggle to find the right word. “Unformed. Barely cooked. But now we’re older, and it’s okay to be different. It’s cool to be different. When you’re in middle school—or even in ninth grade—it’s harder. Everyone just wants to fit in.”
[Prendo un profondo respiro. "Tu credi, poiché mi importava di quello che le persone pensavano di me in primo liceo, che io non abbia una mia individualità. Ma quello era il primo superiore. Eravamo tutti..." Lotto per trovare la parola giusta. "... Informi. Non ancora ben cotti. Ma ora siamo più grandi, e va bene essere diversi. È fico essere diversi. Quando sei alla fine delle medie, o anche al primo anno di liceo, è più difficile. Tutti vogliono solo essere accettati."]
In The Last Best Kiss, inoltre, vengono affrontati dei temi piuttosto seri, com'è giusto in un buon contemporary per Young Adults. Si parla di droga. Si affronta l'argomento delle droghe pesanti, che potrebbero rendere dipendenti anche le persone più insospettabili se si trovano a tenere abbassata la guardia. Ma, soprattutto, si parla di erba. Senza stigmatizzarla, la LaZebnik consiglia velatamente ai ragazzi di non fumare qualcosa di cui non si conosce bene la provenienza.

E si parla di rispetto dei sentimenti altrui. Anna arriva a guardare con una mente lucida e serena i sentimenti di chi le sta attorno, tanto da arrivare ad accettare una possibile relazione tra il padre e Mrs. Clay (qui solo Ginny Clay, dato che si parla di una ragazza di poco più di vent'anni.)
Sometimes I forget that Dad’s a man. He’s dated women but never in any way that’s affected my life. He usually goes out somewhere with them and doesn’t bring them back to our house. So I never think about whether he has the kind of dates that lead to sex. It’s not something you want to think about your father, anyway. But Dad’s handsome and in good shape—and let’s not forget that he makes a decent income, because I’m guessing Ginny hasn’t—and even though he’s not the most introspective or sensitive guy in the world, he has decent social skills. He can be gallant. He’s not a Neanderthal. Or a loser. He’s just . . . Self-centered. Conceited. Distracted. Obsessed with food and exercise. I wouldn’t want to go out with someone like him. Not in a million years. I’ve never once in my life thought, Gee, I wish I could find a boy who’s just like my dad. Pretty much the opposite. But Ginny Clay seems to like him. Maybe it’s a tougher dating world out there for annoying young women than I realized. Maybe Dad’s an easy target, and she wants a sugar daddy. Or maybe she really likes him.That last possibility makes me sit up straight. [...] Could Ginny actually like Dad?Could he actually like her?Because that might change the way I look at the whole thing. I mean, if Ginny’s just some kind of desperate gold digger who figures she’ll get a bunch of expensive (vegetarian) meals and maybe some jewelry out of Dad—or even, if all goes well, a lifetime of alimony—I definitely don’t want her around. But what if she’s just a girl who likes a guy? I may question her taste—and his too, if he likes her back—but do I have the right to condemn her for it? Not really. No more than Wally’s parents had a right to order Molly out of their house. People should love whoever they want to love. Even if they’re both annoying. Especially if they’re both annoying. Because then they’re lucky to have found each other. I figure I’ll keep my eyes on ol’ Ginny. If she’s faking all this interest in my father just to squeeze some cash out of him, I’ll make life difficult for her. But if I think she and Dad actually like each other, I’ll leave them alone. They’re adults. I feel virtuous and evolved and at peace . . . for an entire three minutes, right until I hear a Ginny-giggle float upstairs and kind of want to vomit. Honestly? I can’t stand her.I put the pillow over my head and block out her voice. No one ever said it was easy to be open-minded.
[A volte dimentico che papà è un uomo. È uscito con donne, ma mai in modi che hanno influenzato la mia vita. Di solito esce da qualche parte con loro e non le porta mai a casa nostra. Quindi non penso mai se abbia quel genere di appuntamenti che portano al sesso. Non è qualcosa a cui si voglia pensare riguardo al proprio padre, comunque. Ma papà è un bell'uomo ed è in forma — e non dimentichiamo che guadagna bene, perché suppongo che Ginny non l'abbia dimenticato — e sebbene non sia l'uomo più riflessivo o sensibile del mondo, ha doti sociali accettabili. Sa essere galante. Non è un uomo delle caverne. O un perdente. È solo... egocentrico. Vanitoso. Distratto. Ossessionato dal cibo e dall'esercizio fisico. Non uscirei mai con qualcuno come lui. Neanche tra un milione di anni. Mai, neanche per una volta in vita mia ho pensato: "Oddio, vorrei trovare un ragazzo che somigli a mio padre". Direi che ho fatto proprio il contrario. Ma a Ginny Clay sembra piacere. Forse per le ragazze noiose come lei il mondo degli appuntamenti è più duro di quanto credessi. Forse papà è un bersaglio facile e lei è in cerca di un paparino zuccheroso. O forse le piace davvero. L'ultima ipotesi mi fa sedere più dritta. [...] È possibile che a Ginny piaccia davvero papà? È possibile che a lui piaccia lei? Perché quello potrebbe cambiare l'ottica di tutto per me. Voglio dire, se Ginny è una specie di cercatrice d'oro che si immagina di poter ottenere un mucchio di cene (vegetariane) e forse dei gioielli da papà — o anche, se tutto va bene, gli alimenti per tutta la vita — sono certa di non volermela vedere attorno. Ma se invece lei fosse solo una ragazza a cui piace un ragazzo? Potrei mettere in discussione il suo gusto — e anche quello di papà, se a lui piace lei —, ma ho il diritto di condannarla per quello? Certo che no. Non più di quanto i genitori di Wally avessero il diritto di cacciare fuori di casa Molly. Le persone dovrebbero poter amare chi vogliono. Anche se si tratta di due persone irritanti. Soprattutto se si tratta di persone irritanti. Perché sono fortunate a essersi trovate tra loro. Suppongo che terrò gli occhi aperti su Ginny. Se sta fingendo tutto questo interesse per mio padre solo per spremergli un po' di soldi, le renderò la vita difficile. Ma se penserò che lei e papà si piacciono reciprocamente, li lascerò in pace. Sono adulti. Mi sento virtuosa, evoluta e in pace con me stessa... per tre minuti interi, finché non sento la risatina di Ginny che fluttua verso l'alto e mi fa venir voglia di vomitare. Volete che sia onesta? Non la sopporto. Mi metto il cuscino sulla testa e blocco la sua voce. Nessuno ha mai detto che fosse facile essere di larghe vedute.]

Questa riflessione di Anna viene dopo che la ragazza ha accettato senza riserve l'orientamento sessuale di Molly, la sorella più grande, e dopo aver saputo quello che ha dovuto subire dai parenti della sua ragazza, Wally. Anche in questa storia c'è una situazione di partenza molto "persuasoniana", ma non è detto che le due ragazze riescano a cogliere al volo l'opportunità della seconda occasione. E sul tema dell'omosessualità si parla ancora con Oscar, un amico della cerchia di Anna che si lamenta di essere uno dei pochissimi ragazzi della sua età ad aver fatto coming-out e di avere, per questo motivo, pochissime opportunità di trovare dei partner.


L'unica pecca di questo romanzo è la frequente descrizione dettagliata delle mise delle varie ragazze del gruppo, in particolare delle due gemelle Diamond, anche se capisco che per uno Young Adult questo possa essere un'attrattiva. Inoltre, nel caso di Lucy, tali descrizioni sono funzionali per far comprendere meglio il personaggio.
Anche l'ossessione per il cibo e per i ristoranti costosi di Lizzy e di Mr. Eliot è piuttosto irritante, ma, dopo tutto, anche Sir Walter Elliot ed Elizabeth erano vanesi e insopportabili, no?

Invece mi è piaciuto molto che la LaZebnik non abbia voluto per forza riscrivere la lettera del capitano Wentworth in qualche forma, ma abbia creato delle circostanze significative, simili al dialogo tra Anne e il capitano Harville in Persuasione, che abbiano fatto da input per la riconciliazione tra Anna e Finn.

Ancora una volta un retelling che ci fa comprendere la contemporaneità di Jane Austen duecento anni dopo la sua morte, perché i tempi, gli usi, la società cambiano, ma la natura umana resta sempre la stessa. 


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